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Oratio panigerica dicta domino Alfonso

12,75

a cura di F. Delle Donne, pp. XXIV-93

90 disponibili

Collana: N. collana: 27 Anno: 2006 Product ID: 5205

Descrizione

Indice

Introduzione 1. L’autore 2. L’orazione panegirica in onore di Alfonso d’Aragone

VII VIII XI
Criteri di edizione 1. Il manoscritto 2. Lo scriba dell’orazione panegirica 3. L’organizzazione dell’edizione XVII XLII XX XXIII
Angeli de Grassis oratio panigerica dicta domino Alfonso  
Apparati Traduzione Commentario Tavola di corrispondenza tra i paragrafi dei Panegyrici Latini e quelli dell’Orazione di Angelo de Grassis Bibliografia Indice dei nomi 19 21 35 81 83 89

Il 20 maggio 1443, nel convento di San Giovanni a Carbonara di Napoli, Angelo de Grassis, vescovo di Ariano, pronunciò in latino un’orazione in onore di Alfonso il Magnanimo. L’orazione, che di per sé già costituisce un documento significativo per comprendere l’atmosfera spirituale e culturale che si sviluppò in seguito alla conquista aragonese del Regno di Napoli, viene definita, nel titolo, “panigerica”, ovvero “panegyrica”, perché prendeva ispirazione, anzi traeva intere parti dalla Gratiarum actio di Plinio il Giovane e da altri dei cosiddetti Panegyrici Latini. E si può senz’altro dire che quest’orazione abbia un’importanza piuttosto significativa nella storia della tradizione e della trasmissione dei Panegyrici Latini. Non solo perché costituisce una delle prime, se non la prima attestazione in assoluto dell’uso di quei testi, dopo la loro riscoperta, avvenuta solo dieci anni prima a Magonza: uso che si trasforma, addirittura, in ricopiatura. Ma anche perché potrebbe fornire qualche suggerimento editoriale ulteriore per opere, la cui constitutio textus è sempre stata giudicata assai problematica. Infatti, l’orazione di Angelo de Grassis, collocandosi in una posizione intermedia fra tradizione diretta e tradizione indiretta di quegli antichi testi, presenta lezioni, a volte, molto interessanti o, addirittura, risolutive, tali da dimostrare, plausibilmente, che Angelo de Grassis ebbe in suo possesso un manoscritto dei Panegyrici Latini non identificabile con alcuno di quelli tuttora esistenti, che, addirittura, poteva risalire a una tradizione diversa da quella “italica” che, finora, si è ritenuto derivasse dall’unica copia approntata a Magonza da Giovanni Aurispa o da Francesco Pizolpasso.

Il curatore

Il prof. Fulvio delle Donne è allievo della Scuola storica annessa all’Istituto dal 1 settembre 2006.

Informazioni aggiuntive

Peso 0,3 kg