Il fondo Eugenio Dupré Theseider è contenuto in 4 buste (fascc. 36) e comprende anche 9 schedari e 8 microfilms.
Le carte sono state donate all’Istituto storico italiano per il medio evo da Antonio Volpato tra l’ottobre 2014 e il marzo 2016; queste erano state donate nel 1976 da Silvestro Dupré, figlio di Eugenio Duprè Theseider, a Volpato ed erano rimaste a sua disposizione per motivi di studio, temporaneamente depositate, in anni passati, presso il Centro internazionale di studi cateriniani.
Le carte sono il frutto del lavoro svolto da Dupré principalmente negli anni 1928-1965 circa, materiale quindi relativo all’edizione delle lettere di Santa Caterina da Siena del 1940 e ai successivi volumi previsti, mai editi.
L’intero complesso documentario è stato recentemente riordinato e schedato analiticamente. I documenti sono stati suddivisi in serie, tra queste la prima è quella relativa alla Corrispondenza con lettere e cartoline postali perlopiù ricevute da Dupré tra il 1935 e il 1955, e inviate da diversi studiosi (Roberto Cessi, Marie Hyacinthe Laurent, Arrigo Levasti, Ettore Li Gotti, Francesco Paolo Luiso, Guido Mazzoni, Adolfo Morini, Giaime Pintor, Giulio Prunai e Sergio Mochi Onory).
La seconda serie, quella più consistente, copre un arco cronologico che va dal 1936 al 1966, ed è relativa alle Trascrizioni. I singoli fascicoli contengono le trascrizioni delle lettere di Caterina da Siena numerate secondo l’edizione di Niccolò Tommaseo; i testi sono nella maggior parte dei casi manoscritti, ma sono presenti anche dattiloscritti e in qualche caso pagine a stampa con correzioni, per un totale di 232 trascrizioni; tra queste molte di lettere che non risultano inserite nell’edizione del 1940. Le camicie dei sottofascicoli che contengono singole trascrizioni, che riportano appunti di lavoro e informazioni sullo stato di lavorazione e revisione dei testi.
Nel fondo Dupré sono conservati anche 8 microfilms e 41 fotografie in bianco e nero: si tratta di positivi alla gelatina su carta che riproducono pagine di codici contenenti lettere di Caterina da Siena, conservati in diverse biblioteche italiane e straniere o presso chiese e conventi. Per ciascuna fotografia, ove possibile, si è scelto di indicare nella schedatura il codice riprodotto nell’immagine, la relativa carta, e il luogo di conservazione del codice.
La terza e la quarta serie inserite nell’inventario sono state denominate Materiale di lavoro e Materiale di lavoro di altri studiosi. Il Materiale di lavoro è costituito per la maggior parte da appunti di lavoro di Dupré: block notes, quaderni e fogli sciolti relativi a materiale d’archivio consultato e riferimenti bibliografici utilizzati per l’edizione delle lettere, materiale per la collazione di lettere non recepite nell’edizione del 1940, un lemmario delle lettere pubblicate, avvertenze per l’edizione e un elenco alfabetico degli incipit delle lettere secondo l’edizione tommasea. Sono presenti inoltre alcune tavole di raffronto tra l’edizione Tommaseo, quella di Girolamo Gigli e quella di Eugenio Dupré.
Ulteriori annotazioni manoscritte riguardano i contenuti, la datazione e l’ordinamento cronologico delle lettere. Parte del materiale è stata utilizzata per la stesura dei saggi pubblicati nel 1932 e nel 1933 sul Bullettino dell’Istituto storico italiano e Archivio muratoriano.
È presente inoltre un dattiloscritto con correzioni di una lezione tenuta da Dupré su Caterina da Siena e il testo dattiloscritto con appunti di lavoro per la stesura della voce Caterina da Siena, preparata da Duprè per il Dizionario biografico degli italiani.
Per quanto riguarda il Materiali di lavoro di altri studiosi, esso è costituito da un saggio dattiloscritto inedito di padre Alvaro Grion relativo all’uso delle fonti in Caterina da Siena e dal materiale di studio sulle lettere cateriniane di Matilde Fiorilli, che aveva curato nel 1910 l’edizione del Dialogo della divina Provvidenza, poi ripubblicato nel 1928 nella collana Scrittori d’Italia di Laterza.
Gran parte delle ricerche preliminari all’edizione delle lettere fu pubblicata dalla Fiorilli in un saggio intitolato L’epistolario di santa Caterina da Siena, apparso in «Miscellanea Dominicana» nel 1923.