La Scuola storica nazionale di studi medievali ha una lunga storia. Nata con lo scopo di formare una nuova generazione di storici per lo studio delle fonti per la storia d’Italia, nel tempo ha modificato la propria funzione, adeguando le sue prospettive ai cambiamenti generali che hanno animato la società italiana del tempo, fino alla modifica del 2006, quando la prima convenzione stipulata tra l’Isime e il Miur richiamava, tra i compiti principali della Scuola, il connubio fortissimo col mondo della scuola e dell’insegnamento.
Oggi, anche sulla base del recente rinnovo della convenzione (agosto 2015), la Scuola storica si propone questi obiettivi:
- La divulgazione e la promozione del Medioevo, attraverso seminari, incontri, lezioni, concorsi nazionali.
- La formazione degli insegnanti, al fine del rinnovamento delle metodologie didattiche (L. 58 del 28 marzo 2003).
- Lo studio e la ricerca su temi specifici inerenti il medioevo, effettuata dagli alunni della stessa Scuola.
- La disseminazione dei risultati, attraverso la collana Quaderni della Scuola nazionale di studi medievali.
La Scuola storica nazionale, istituita nel 1923, ha assunto nel 1936 l’intitolazione di Scuola nazionale di studi medioevali. La Scuola è diretta dal Presidente dell’Istituto storico.
Vi sono ammessi, mediante concorso pubblico per titoli, docenti di ruolo nelle scuole statali di istruzione secondaria. Alcuni tra i più illustri nomi della medievistica italiana hanno potuto vantare e vantano l’esperienza quali Alunni della Scuola; esperienza che consiste in attività di ricerca scientifica e approfondimento dei propri campi di studio, al fine di realizzare edizioni critiche e opere monografiche.
Per informazioni scuola.storica@isime.it.
LA SCUOLA STORICA NAZIONALE DI STUDI MEDIEVALI. UNA STORIA FINITA?
La “Scuola storica nazionale di studi medievali” ha una lunga storia, cominciata più di novant’anni fa, nel 1923. Patrocinatori e creatori, Giovanni Gentile e Pietro Fedele. Gli scopi erano chiari. Anzitutto, formare una nuova generazione di storici per lo studio delle fonti per la storia d’Italia, per costruire una storia nazionale identitaria che attingesse dalle testimonianze medievali. La seconda, creare un ponte tra la ricerca storica e l’università italiana, applicando nuove metodologie d’indagine e uno svecchiamento generale delle impostazioni storiografiche fino ad allora imperanti.
Nel dopoguerra, la Scuola storica, sotto la direzione di Raffaello Morghen prima e di Girolamo Arnaldi poi, ha continuato la sua attività innovativa formando un nuovo gruppo di storici, vera e propria base rifondativa per lo studio del medioevo italiano ed europeo. Tra essi, nomi prestigiosi come Raoul Manselli, Cinzio Violante, Ottorino Bertolini, Eugenio Duprè Theseider, Paolo Cherubini, Andrea Tilatti, Chiara Frugoni. La nuova Convenzione con il MIUR del 2007, ha ampliato gli ambiti di intervento della Scuola storica nazionale di studi medioevali.
La Scuola, pur conservando la sua specifica identità di centro di ricerca, ha assunto una fisionomia aperta alle innovazioni didattiche e, in modo particolare, all’orientamento e alla formazione degli insegnanti. La legge di stabilità per il 2014 ha cancellato tutti i comandi compresi quelli presso le Istituzioni culturali, anche se con una progressiva attuazione. Con la legge 107 del 2015, che introduce l’organico dell’Autonomia, il legislatore ha introdotto, in sostituzione dei comandi, la realizzazione di programmi nazionali in collaborazione con Enti e Asoociazioni, ma con bandi su base regionale, mentre la selezione per l’alunnato presso l’Istituto è sempre avvenuta con bando nazionale.
La Scuola ha potuto continuare la sua attività fino al 25 agosto del 2016 sulla base del rinnovo della convenzione con il MIUR. Già dall’agosto del 2015 l’Istituto aveva chiesto il rinnovo dell’ultima convenzione. Nonostante i continui solleciti, solamente per via informale, lo scorso 24 giugno è stato comunicato verbalmente che la convenzione non sarebbe stata rinnovata. Il mancato rinnovo della convenzione ha portato come conseguenza alla disattivazione dei comandi e all’utilizzazione, presso l’Istituto storico italiano per il medio evo di Roma, degli ex alunni della Scuola per l’anno scolastico 2016/2017, nell’ambito del progetto “Sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica e valorizzazione della cultura artistica e musicale”. L’Istituto si augura di poter continuare a mantenere in vita la Scuola storica nazionale di studi medioevali nei modi che saranno possibili e ritenuti opportuni, anche con la collaborazione del MIUR come è stato dalla sua fondazione.
22 settembre 2016 M. M.