Nel 1926 le carte di Vittorio Fiorini, accompagnate da un elenco dattiloscritto, furono donate dalla famiglia Fiorini all’Istituto Storico Italiano; una parte della documentazione fu consegnata da Carlo Capasso il 9 marzo 1927.
Il nome di Fiorini è indissolubilmente legato alla ristampa aggiornata e commentata dei Rerum Italicarum Scriptores di Ludovico Antonio Muratori.
Oggetto di questo inventario sono le carte pertinenti al progetto. L’impresa fu possibile grazie all’ideazione del Carducci, chiamato a dirigere l’opera, che inizialmente associò il suo nome a quello del Fiorini, e all’impegno dell’editore Scipione Lapi, che ne curò fino alla morte la stampa a Città di Castello.
Il Regio decreto legge del 7 gennaio 1926 affidò, alla morte del Fiorini avvenuta il 13 dicembre 1925, all’Istituto storico italiano il compito di curare la continuazione dell’edizione dei nuovi RIS.
Le carte, per un totale di 2 registri, 233 fascicoli, 12 bollettari, 27 volumi a stampa, coprono un arco cronologico che va dal 1857 al 1926. Il nucleo centrale della documentazione è rappresentato dalla corrispondenza con gli studiosi e dalla corrispondenza con lo Stabilimento tipolitografico Scipione Lapi. Fondamentali per la comprensione del lavoro redazionale sono anche i volumi settecenteschi dei RIS acquistati dal Lapi e utilizzati quali copie di lavoro; i volumi sono stati recentemente restaurati e sono consultabili.