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Mare historiarum

Coordinamento: 
Lidia Capo (Università di Roma Sapienza, redattore) 
Emma Condello (Università di Roma Sapienza)
Edoardo D’Angelo (Università di Napoli Suor Orsola Benincasa) 
Paolo Garbini (Università di Roma Sapienza) 
Jakub Kujawinski (Uniwersità Adam Mickiewicz / Università di Jyväskylä, redattore) 
Francesca Manzari (Università di Roma Sapienza)
Salvatore Sansone (Istituto storico italiano per il medio evo, redattore)

Contatto: marehistoriarum@isime.it

Il progetto si pone come obiettivo la ricostruzione del corpus dei testi storiografici composti o anche soltanto presenti nell’Italia meridionale latina a partire dal secolo VI fino alla metà del XV secolo, ovvero fino alla successione degli Aragonesi nel Regno di Napoli. 
Data l’ampiezza dell’arco cronologico, l’estensione del territorio proposto come oggetto delle indagini è dinamica. Per l’alto medioevo lo identifichiamo con i territori del ducato/principato di Benevento (e delle entità politiche che ne trassero origine: principati di Salerno e di Capua; compresi i territori longobardi conquistati dall’Impero Bizantino alla fine del IX secolo) e dei ducati costieri ex-bizantini, tenendo presenti anche le parti meridionali del ducato di Spoleto e del dominio papale. Nel corso dell’XI secolo il Mezzogiorno latino si espanse fino a comprendere le province bizantine della Penisola e la Sicilia araba, e quindi, per i secoli successivi, il territorio studiato coincide con quello confluito nel XII secolo nel Regno normanno. 

Il concetto di produzione storiografica è inteso qui lato sensu. Accanto ai componimenti storiografici scritti nel Mezzogiorno (latini e volgari) e alla loro tradizione diretta e indiretta, si prendono in considerazione anche le diverse forme di recezione nel medesimo territorio di testi composti fuori dell’Italia meridionale, ovvero degli storici dell’Antichità classica e cristiana, nonché dei cronisti medievali, la cui circolazione nell’Italia meridionale è attestata da copie manoscritte integrali e frammentarie, estratti, rielaborazioni e volgarizzamenti.

I risultati del censimento e dello studio saranno presentati e resi ricercabili per mezzo di una bancadati, disegnata dall’ing. Luca Sacchini e finanziata dall’Istituto, la quale è attualmente nella fase di test e nel futuro prossimo sarà gratuitamente accessibile tramite il sito dell’Istituto. Il database accoglierà due grandi categorie di voci. La prima è dedicata alle opere storiche composte nell’Italia meridionale. Oltre alle coordinate catalografiche (autore, titolo, incipit ed explicit, lingua e datazione) essa prevede una breve discussione del contenuto e della struttura, delle caratteristiche linguistiche e stilistiche, dell’origine e della storia del testo, degli autori citati e delle fonti utilizzate e infine l’elenco dei testimoni manoscritti pervenutici o perduti e dei testimoni indiretti. La seconda categoria, che costituisce la vera novità del progetto, comprende le voci sui manoscritti di origine o provenienza meridionale che contengono scritti storici. La scheda del manoscritto è strutturata in tre sezioni. Il regesto raccoglie le informazioni essenziali di ogni item, cioè la collocazione, la tipologia libraria (codice, rotolo o frammento) e la consistenza. I codici sono poi classificati come unitari o compositi. Seguono una dettagliata descrizione materiale e una descrizione completa del contenuto. Le due ultime sezioni si moltiplicano per il numero di unità codicologiche nei casi di codici compositi. È previsto, ogni volta che sia possibile, di corredare le schede di una selezione di fotografie o di aggiungere il link alle riproduzioni accessibili nella rete. Tutte e due i tipi di schede si chiudono con bibliografie. Le voci saranno firmate dagli autori (è prevista anche la possibilità di assegnare le singole sezioni a più studiosi, per le specifiche competenze).

Occorre sottolineare che il progetto non si limita all’elaborazione enciclopedica di dati ormai acquisiti, ma prevede come proprie componenti essenziali il censimento dei materiali conservati nelle biblioteche e negli archivi (per primi, quelli italiani, ma possibilmente anche quelli stranieri) e la ricerca personale effettuata in continuo dialogo con gli altri collaboratori. Il progetto richiede, infatti, la concorrenza di competenze diverse (storico-letterarie, paleografiche e codicologiche, storico-artistiche, archivistiche…) al fine di garantire la massima affidabilità dei dati messi a disposizione del pubblico.

Tutti coloro che studiano la storiografia medievale (italiana e non), o più in generale la cultura dell’Italia meridionale nel Medioevo e il suo patrimonio scrittorio sono vivamente invitati a partecipare al progetto.