Descrizione
Da una nuova ricognizione della tradizione manoscritta dei sermoni di Cromazio d’Aquileia nasce questo studio a tutto tondo dei meccanismi di trasmissione e manomissione della predicazione del vescovo lungo il medioevo nelle raccolte omiletiche (omeliari). Dopo una breve introduzione sulla figura episcopale e autoriale di Cromazio e una guida alle edizioni esistenti che ricostruisce l’intera sequenza delle scoperte dei testi, il volume si addentra nel genere letterario della predicazione per presentare le raccolte omiletiche medievali coinvolte dalla disseminazione dei testi cromaziani. Si porta così luce su alcune dinamiche della formazione delle raccolte e delle singole omelie in epoca altomedievale (VII-IX secolo), veri e propri centoni di brani patristici frutto di un minuzioso lavoro di “taglia e cuci” da fonti diverse, spesso anonime o pseudepigrafe, che vengono amalgamate a formare testi nuovi: nel volume si illustrano i casi di studio più significativi che coinvolgono i sermoni cromaziani e si dà conto delle scelte editoriali del nuovo testo critico. Il sopralluogo sui testimoni manoscritti porta anche a una nuova mappatura geografica della diffusione dei sermoni del vescovo di Aquileia, una fotografia aggiornata che consente di formulare una nuova ipotesi storica sulla possibile origine della loro frammentazione. La proposta interpretativa chiama in causa uno dei protagonisti della vita culturale e religiosa del tempo, un letterato di fama internazionale che era al fianco del vescovo anche negli ultimi anni della sua vita: Rufino di Concordia. Nel volume si riflette anche sullo stile e sul procedimento creativo di Cromazio, primo fra i criteri di attribuzione dei pezzi omiletici, individuando una sorta di ‘scuola’ teologica che caratterizza l’Italia settentrionale del IV secolo: in questo clima si valutano i sermoni e i frammenti rimasti finora di dubbia paternità cromaziana, così come si presentano nuovi brani attribuibili alla penna del vescovo di Aquileia per stile e contenuti.