Descrizione
G. Ferraù, Il tessitore di Antequera. Storiografia umanistica meridionale
Indice Sommario Presentazione
Indice Sommario | |
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Prefazione | Pag.VII |
Introduzione | IX |
Fondazione della nuova storiografia a Napoli: Lorenzo Valla | 1 |
Nascita della leggenda ‘magnanima’ : Facio e dintorni | 43 |
Tentativi di proposta politico-storiografica nel tempo di Ferrante: Giovanni Pontano | 81 |
Tradizioni regnicole e ipotesi baronali: Lorenzo Bonincontri. | 131 |
Storiografia e propaganda alla fine del Regno: Giovanni Albino | 175 |
Affezioni angioine e tensioni viceregali | 205 |
Appendice | 267 |
La cultura storica del Quattrocento siciliano | 269 |
Indice dei manoscritti. | 297 |
Indice dei nomi | 299 |
Presentazione
Il volume ricostruisce la vicenda delle scritture di storia nel secondo Quattrocento napoletano, quando l’iniziativa aragonese impiantava nel Reame la cultura umanistica, soprattutto nella sua dimensione di approdo storiografico dedicato a chiarire ed interpretare la vicenda contemporanea, non senza tensioni propagandistiche, ma arricchendo altresì la proposta politico-culturale con una discussione de historia conscribenda assai tesa ed impegnata, tale da non trovare confronti in altri ambiti, sia pure prestigiosi, dell’offerta culturale contemporanea. Dopo un inquadramento del problema nelle sue coordinate, storica e teorica, e un sintetico ragguaglio della produzione storiografica minore, latina e volgare, si disegna l’itinerario del genere, dalla prima prova valliana, che imposta, anche nella tensione del confronto politico e teorico con Facio e Panormita, le linee entro cui si muoverà la problematica futura, attraverso un percorso che inizia con l’intelligente tentativo di comprendere la dialettica delle forze politiche e sociali regnicole operato dal Pontano, finalizzato anche all’individuazione di un adeguato progetto di governo, e prosegue con la proposta, decisamente regia e ‘burocratica’ dell’Albino e la complessa ricostruzione dell’intero arco della vicenda medievale del Mezzogiorno, aperta alle tensioni ideologiche gentilizie da parte del Bonincontri (opportuno recupero, questo, di una dimensione tanto significativa, quanto poco documentata e spesso trascurata), sino ai documenti della crisi di fine secolo, con le opere storiografiche del Riccio sulla fine del Regno e le proposte di Tristano Caracciolo, che ritorna a percorrere il destino storico del ceto nobiliare nel passaggio al Viceregno. Un’appendice, infine, è dedicata a descrivere la particolare accezione della scrittura storica della parte insulare dell’antico Reame, misurandone le valenze più provinciali e le peculiari problematiche, sia quelle arretrate all’esile linea dinastica, sia quelle, nuove ed interessanti, di ricostruzione e valorizzazione delle singole realtà municipali dell’isola.