Descrizione
Indice | |
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Introduzione | 9 |
L’abbandono di San Vincenzo al Volturno e i trasferimento della comunità a Capua: i decenni oscuri del cenobio volturnense | 24 |
Fra il 920 e il 957: la ricostruzione materiale, politica ed economica della comunità volturnense e la definizione delle sue libertates | 39 |
L’abbazia di Paolo II (957-981) ed il recupero del legame con il potere imperiale |
62 |
La ricostruzione del monastero ad fontes Volturni e il rafforzamento dei rapporti con l’impero e l’aristocrazia abbruzzese | 91 |
L’abbazia di Giovanni IV (996/998-1007) in rapporto all’evoluzione della politica imperiale dopo Ottone III |
114 |
L’abate Ilario (1011-1045) tra fidelitas imperiale e nuove tensioni sociali |
126 |
Dal 1045 al 1075: crisi, ripiegamento e segni di ripresa | 146 |
San Vincenzo al Volturno di fronte all’affermazione normanna (1075-1150 circa) | 160 |
Conclusioni | 187 |
BibliografIa | 199 |
Indici | 215 |
Un luogo-cerniera nella storia dell’Italia medievale. Questa è l’identità del monastero di San Vincenzo al Volturno fra X e XII secolo. Posto sul confine tra i territori del Regno e quelli degli stati longobardi del Meridione, il monastero molisano ha costituito uno snodo cruciale fra le ‘due Italie’ che, proprio in questa fase, avevano iniziato un percorso di differenziazione politica e culturale che avrebbe prodotto i suoi effetti nel lungo periodo della storia nazionale. Cooptato nel novero dei monasteri di obbedienza imperiale già da Carlo Magno, alla fine dell’VIII secolo, dopo la distruzione per opera degli arabi nell’881, San Vincenzo al Volturno viene fortemente condizionato, durante il X secolo, dall’affermazione di Capua, per recuperare poi, sotto gli Ottoni, la funzione di avamposto dell’azione imperiale nel Sud. Fra successi e arretramenti di quest’ultima, il monastero vive, a cavallo del mille, un momento di forte rilancio materiale e culturale, che sarà poi soffocato dalla rinuncia, da parte degli imperatori della casa di Franconia, a giocare un ruolo attivo nelle vicende politiche del Meridione. Troverà ancora un proprio faticoso ma fertile riposizionamento nella prima età normanna, ma l’inclusione degli Abruzzi nel Regno del Sud lo taglierà definitivamente fuori, dopo la metà del XII secolo, dai flussi della ‘grande storia’.
Analizzando contestualmente fonti scritte e archeologiche, Federico Marazzi propone una sintesi nuova sul complesso dialogo che questa grande abbazia ebbe con i poteri locali e universali del suo tempo.